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Immagine del redattoreFederica Garimberti

La vita scorre e insegna

Aggiornamento: 9 lug

Credevamo che nulla potesse intralciare le nostre vite

Credevamo di avere certezze: ci sono crollate di punto in bianco scoprendo essere spesso superflue e sciocche.

Avevamo persone, rapporti e cose che davamo per scontati: ne abbiamo sentito l’assenza da un momento all’altro.

Avevamo agende strapiene di impegni, appuntamenti, progetti, attività assolutamente improrogabili:  li abbiamo cancellati con una grossa X = Covid-19 senza tanto preavviso.

Si, perché la vita non da preavvisi.

Pensavamo di essere invincibili: ci siamo scoperti vulnerabili e atterriti dalla paura. Per i nostri figli, i nostri genitori, i nostri nonni e noi stessi.

Eravamo occupatissimi a incastrare nella fretta quotidiana mille faccende essenziali: ci siamo ritrovati tra le mani tante ore a disposizione che nemmeno credevamo possibili in una settimana intera.

Siamo davvero tutti fermi?

La vita non si è fermata

L’umanità si è fermata.

E’ stata obbligata a dire stop.

Stiamo fermi. Stiamo a casa. Stiamo con noi stessi.

Stiamo con i nostri pensieri.

Ma siamo davvero capici di stare fermi,  in silenzio ad ascoltare le nostre coscienze?

La vita non si è fermata

Nella realtà di tutti i giorni, infatti,  il mondo ha continuato a girare, la vita e la natura hanno continuato imperterrite il loro corso.

La primavera non ha impedito alle viole di crescere, cosi come alle margherite e ai piccoli occhi di Maria. L’acero rosso ha iniziato a tingere le foglie e con la luce del tramonto è già una meraviglia della natura. L’erba del giardino ha bisogno di essere tagliata e il vento accarezza gli ulivi che attendevano di poter essere accolti in famiglia la domenica delle Palme.

Ma la natura non ha neppure impedito al gelo di farci visita e bruciare le calle dello stesso giardino appena sbucate dalla terra. Non ha impedito di far nevicare ad alta quota nonostante sia marzo. Ma si sa, marzo è pazzerello!

La natura continua a vivere..

La natura non è spaventata come lo siamo noi.  Anzi, sorridendo penso che sia anche un pò contenta del nostro Stop: il cielo è più azzurro, le polveri sottili diminuite..

Cose che mi ha insegnato la vita

La vita mi ha insegnato che, purtroppo ma anche per fortuna, nonostante tutto ciò che di brutto può accadere: lei, la vita, va avanti.

La vita mi ha insegnato che certe emozioni le puoi condividere solo ed esclusivamente con chi le ha provate sulla propria pelle. Il resto è formalità, a volte pure fastidiosa.

Di questo periodo ne terremo tutti memoria. Purtroppo alcuni più di altri.

E vi dico una cosa: quando tutto sarà finito, ognuno di noi tornerà quello di prima. Non subito..ma nemmeno dopo tanto.

E sapete perché penso questo?

Perché anche ora, nonostante la tragedia che ci circonda e che colpisce duramente e in modo spietato molte persone, nonostante ci sia una parte di umanità  impegnata sul fronte in prima linea rischiando quotidianamente la vita, nonostante si assista a uomini e donne che si offrono volontari per aiutare altre persone ponendo se stessi e la loro famiglia al secondo posto, nonostante tutto ciò: noi, non riusiamo a fermarci!

Abbiamo tempo a disposizione. Tempo che fatichiamo a gestire perché era lui che gestiva noi!

Dunque ci affanniamo a trovare il modo di riempirlo con mille attività in-door.  Abbiamo la  frenesia del fare workout, del cucinare come non ci fosse un domani, della lettura di tutti quei libri comprati e mai letti.  Ci improvvisiamo professori dei  nostri figli, gli stessi di cui poi ci lamentiamo perché non siamo capaci di gestirli senza l’assistenza dei nonni a cui li affidiamo buona parte della nostra giornata pre Stop.


Quello che rimane

Quello che vorrei rimanesse scolpito in un angolo del cuore di  ognuno di noi, ma soprattutto nel mio, è il senso di precarietà che ci accompagna ogni giorno in quella che riteniamo una vita perfetta, sicura e a volte infinita.

La sensazione di essere infinitamente piccoli nei confronti della natura e indifesi di fronte a ciò che può capitarci.

Quella fragilità può però portarci a rivedere tutti i nostri valori, ideali e priorità perché la nostra vita possa essere migliore, di qualità.

Parlo di quella presa di coscienza che la nostra vita è già perfetta cosi come è.

Parlo di quella maturità che ci consente di rendere ogni attimo un momento speciale e regalato, se trascorso e vissuto con chi e come desideriamo.

Penso a questi giorni trascorsi a casa in un fantomatico smart working e mi accorgo che non mi è mancato nulla! Nulla di ciò che di superfluo ha la mia vita.

Ho tutto. Ho la mia famiglia, siamo insieme. Ho un lavoro, che seppur non sempre rappresenti o coincida con i miei desideri, oggi mi può dare la tranquillità che molti vorrebbero. Ho la possibilità di chiamare le persone che fisicamente non mi sono vicine. Ho tutto.

Quello che vorrei quando tutto sarà finito è godermi il mio tempo, valorizzare quelle che sono le mie priorità e le mie passioni. Vivere a ritmi umani e non frenetici solo perché ormai “siamo abituati cosi”.

Priorità che non saranno più quelle dettate da altri o dal lavoro. Ma solo le mie.

Questo schiaffo che la vita ci ha dato può essere un grande regalo se vogliamo trovare nella tragedia un piccolo spiraglio di luce positiva.

Perché la vita è solo nostra ed è qui oggi e ora.

Le viole del pensiero

Dedico questi miei personali e banali pensieri a tutte quelle persone che stanno combattendo questa guerra in prima linea e a tutte quelle che hanno perso e, continuano ogni girono a perdere, i loro cari  straziati anche dal  dolore  di non averli potuti assistere nelle ultime ore di vita e salutarli nell’ultimo percorso qui sulla terra. Persone che non sono solo nomi. Persone che sono storie, sentimenti, vita vissuta.

Dedico loro queste viole del mio giardino: la viola del pensiero, capace di rinascere ogni anno tra i sassi, elegante, fragile ma fiera e bellissima.

Grazie

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